I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) : che cosa sono, a cosa sono dovuti, quando e soprattutto perché diagnosticarli
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono disturbi a carico dei processi di apprendimento scolastico e includono la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia. La diagnosi di DSA viene effettuata da un’équipe multidisciplinare e il trattamento è a carico di figure professionali del settore riabilitativo come il logopedista.
Che cosa sono i DSA?
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono un gruppo di disordini del neurosviluppo a carico dei processi di apprendimento. All’interno dei DSA rientrano:
- Dislessia: disturbo della lettura – nel leggere il bambino può essere significativamente più lento e/o impreciso dei coetanei;
- Disgrafia: disturbo del gesto e del tratto grafico che risulta alterato nella fluidità, nella velocità e nelle sue caratteristiche qualitative, come ad esempio l’allineamento o il rispetto degli spazi;
- Disortografia: disturbo a carico delle abilità di conversione della “lettera udita” (più propriamente, fonema) nella corrispondente “lettera scritta” (detta grafema). Ci possono essere anche difficoltà persistenti nell’apprendimento di regole ortografiche quali l’uso dell’H, l’apprendimento di parole ad ortografia irregolare (come “scuola” o “cuore”), delle doppie o della punteggiatura.
- Discalculia: disturbo nell’apprendimento del sistema dei numeri e del calcolo. Il bambino può, ad esempio, avere difficoltà persistenti nella trascrizione di numeri, nell’automatizzare e svolgere procedure di calcolo, nel confrontare quantità numeriche differenti, nell’apprendere le tabelline, nell’eseguire semplici calcoli a mente.
A che cosa sono dovuti i DSA?
Non sono ancora note tutte le cause alla base dei disturbi dell’apprendimento. Sono, però, stati rilevati dei fattori di rischio e di predisposizione. Tra questi, alcuni studi suggeriscono che i DSA siano legati ad alterazioni nel patrimonio genetico del soggetto. Tale ipotesi è stata avanzata perché si è visto che è più probabile avere un disturbo dell’apprendimento quando in famiglia qualcuno ne è già portatore (Harstad, 2018).
I DSA sono disordini negli apprendimenti di natura persistente, seppur nella crescita vi possa essere un parziale compenso per un maggior impiego di risorse attentive (Moore, 2002).
Quando si può porre diagnosi di DSA?
La diagnosi di DSA viene effettuata in équipe multidisciplinare (neuropsichiatra infantile, psicologo e logopedista) e prevede la somministrazione di prove di lettura, di scrittura e di prove per i sistemi dei numeri e del calcolo.
La diagnosi può essere effettuata solo se:
- Le prestazioni nelle prove del soggetto sono marcatamente inferiori rispetto a quelle attese per l’età e per il suo livello intellettivo.
- Sono state escluse altre cause che potrebbero essere alla base delle difficoltà di apprendimento (quali deficit sensoriali, motori, cognitivi e cause psicopatologiche, inclusi i fattori motivazionali), quindi deve essere accertata l’esclusività del disturbo dell’apprendimento, in un contesto di sviluppo intellettivo, sensomotorio e affettivo-relazionale nella norma.
- Il percorso scolastico del soggetto a cui si intende porre diagnosi di DSA é stato lineare, ossia le difficoltà negli apprendimenti non sono dovute ad una carenza di esposizione agli apprendimenti (ad esempio dovuta a molteplici assenze a scuola).
La diagnosi di DSA si può presentare solo in una fase successiva all’inizio del
processo di apprendimento scolastico. Deve, dunque, essere terminato il normale processo di insegnamento delle abilità di lettura (fine della seconda elementare), di scrittura (fine seconda elementare per le competenze ortografiche e fine terza elementare per le abilità grafo-motorie) e di calcolo (fine terza elementare).
Tutto quanto sopra menzionato fa riferimento a quanto scritto nella Consensus Conference sui DSA e nelle Linee Guida sui DSA.
Perché porre diagnosi di DSA?
Come riportato nella Consensus Conference sui DSA:
“I DSA hanno […] un importante impatto sia a livello individuale (frequente
abbassamento del livello curriculare conseguito e/o prematuro abbandono scolastico nel corso della scuola secondaria di secondo grado), sia a livello sociale (riduzione della realizzazione delle potenzialità sociali e lavorative dell’individuo)”.
Tali conseguenze possono essere prevenute da una diagnosi precoce del disturbo.
Ai sensi della Legge n. 170/2010, la diagnosi di DSA consente di adottare delle misure che permettano ai soggetti portatori del disturbo un adeguato accesso agli apprendimenti. Tra le misure a cui dà diritto la diagnosi si ricordano:
- Il PDP (piano didattico personalizzato);
- Strumenti compensativi (ad esempio, l’uso della calcolatrice, di un dizionario multimediale, di strumenti di sintesi vocale, di correttori ortografici o di mappe concettuali nelle interrogazioni);
- Strumenti dispensativi (ad esempio, dispensa dai dettati, dalla lettura ad alta voce o da verifiche scritte).
Come si trattano i DSA?
Tramite la terapia logopedica sarà possibile minimizzare le cadute prestazionali negli apprendimenti scolastici e massimizzare le capacità del soggetto con DSA di fare fronte alle richieste scolastiche, anche tramite lo sviluppo di capacità di studio autonomo e di un adeguato metodo di studio.